INCIDENTI PERBARICI

INCIDENTI PERBARICI

Possiamo dividere le cause degli incidenti che possono occorrere in immersione in quattro grandi aree

INCIDENTI DOVUTI ALLA RESPIRAZIONE DI GAS IN IMMERSIONE

INCIDENTI DOVUTI ALLE VARIAZIONI DELLA PRESSIONE AMBIENTALE

INCIDENTI DOVUTI ALL’IMPATTO FISIOPATOLOGICO DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO

INCIDENTI DOVUTI ALLA TEMPERATURA

IDD (Incidenti da decompressione)

Narcosi d’azoto

Tossicità dell’ossigeno

Affanno

Contaminazione da monossido di carbonio

Si definisce barotrauma una lesione ai tessuti provocata dal mancato equilibrio fra la pressione dellaria contenuta in una cavità corporea e la pressione dell’ambiente circostante.

I barotraumi si hanno quando il corpo si muove in modo troppo repentino da o verso una condizione in cui la pressione è più elevata.

I danni originano dal fatto che mentre l’aria è comprimibile i tessuti non lo sono quindi all’aumentare della pressione esterna l’aria contenuta nei tessuti offre una resistenza minore alla pressione mentre al diminuire della pressione esterna l’aria contenuta nel corpo umano tende a espandersi danneggiando, se non sono rispettati i tempi e i modi di espulsione, i tessuti nella quale è contenuta

L’annegamento è definito come la morte avvenuta per immersione in un liquido e risultante dall’asfissia dovuta a ostruzione delle vie aeree e/o aspirazione di liquidi. 

Il pre-annegamento è definito come episodio di immersione in un liquido da cui risulta una sopravvivenza della vittima oppure un quadro clinico che conduce alla morte del soggetto in un secondo momento. 

Sincopi

La temperatura corporea umana è la temperatura corporea centrale normale degli esseri umani ed è comunemente considerata di 36.5 °C, tuttavia questo è un valore approssimato. In proposito sono stati compiuti molti studi e, a seconda delle fonti, sono stati indicati vari possibili temperature “normali”. Gli studi più recenti indicano generalmente una temperatura di 37 °C, con una certa variabilità individuale (di circa ±0,4 °C).


IPOTERMIA: La perdita di calore corporeo durante un’immersione a causa dell’alta dispersione termica dell’acqua (25 volte sup. all’aria)     

                                     IPERTERMIA: Aumento della temperatura corporea non dovuta a cause fisiologiche (es.:prolungata esposizione al sole con addosso una muta troppo pesante)

SCHEMA SEMPLIFICATO INCIDENTI

INCIDENTI DOVUTI ALLE VARIAZIONI DELLA PRESSIONE AMBIENTALE

INCIDENTI DOVUTI ALLA RESPIRAZIONE DI GAS IN IMMERSIONE

INCIDENTI DOVUTI ALL’IMPATTO FISIOPATOLOGICO DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO

INCIDENTI DOVUTI ALLA TEMPERATURA

INCIDENTI CHIMICI DOVUTI ALLA LEGGE DI

DALTON

INCIDENTI FISICI DOVUTI ALLA LEGGE DI

HENRY

Colpo di ventosa

Iperossia 

Incidente da decompressione acuta (embolia gassosa)

Asfissia da annegamento o da sommersione interna

Ipotermia Accidentale (trauma da freddo)

Barotrauma dell’orecchio e/o dei seni paranasali

Ipossia

Incidente da decompressione cronico – Malattia dei Cassoni

Sincopi

Ipertermia (Colpo di Calore

Idrocuzione

Vertigine alternobarica e fistola della perilinfa (apertura anomala forma l’orecchio medio e l’orecchio interno).

Ebbrezza da profondità (narcosi da azoto)



          ALTRE CAUSE INCIDENTI

INCIDENTI DOVUTI A FATTORI RELATIVI ALL’ORIENTAMENTO E ALLE CONDIZIONI DI LUMINOSITÀ

INCIDENTI DOVUTI A FATTORI FISIOLOGICI SOGGETTIVI

INCIDENTI DOVUTI A LESIONI DA FAUNA E FLORA MARINA

Trauma da oscurità

Sindrome Ipoglicemica

Tagli

Ustioni Chimiche

Tossine

Veleni

Morsi

Trauma da influsso visivo

Morte improvvisa nell’acqua – Morte Bianca –

 

Esaurimento da Fatica



Barotrauma della pelle

Ipercapnia

Barotrauma dei denti

Ipocapnia

Sovradistensione gastrointestinale (colica dei palombari)

Avvelenamento da monossido di carbonio

Ipopressione polmonare (squeeze)

 

Sovradistensione polmonare ed embolia gassosa traumatica







INCIDENTI MECCANICI DOVUTI ALLA LEGGE

DI BOYLE – MARIOTTE

COLPO DI VENTOSA

Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Aumento della pressione esterna e conseguente schiacciamento della

maschera o del mascherino per mancato equilibrio della pressione interna

della maschera o del mascherino



Soffiare col naso nella maschera.

Emorragie sui globi oculari, edema dei tessuti molli del volto ed ecchimosi

attorno agli occhi. 

Nella maggior parte dei casi si tratta di rottura di qualche capillare e quindi non avrà conseguenze né

richiede cure particolari, in presenza di gravi complicazioni oculari

s’impone l’intervento medico specialistico

BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO E/O DEI SENI PARANASALI


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Rottura del timpano per la differenza di pressione fra l’orecchio esterno e

medio e/o mancato equilibramento della pressione nelle cavità antrali e

sinusali all’aumentare della pressione esterna per mancata e non corretta

esecuzione delle manovre di compensazione previste.

Non impiegare mai tappi auricolari e durante la discesa compensare

l’orecchio medio attraverso le tube di Eustachio (manovre Valsalva,

Mercante, Odaglia). La velocità di discesa in immersione non deve

superare il valore di 18/20 metri al minuto. Non immergersi qualora affetti da

infiammazioni acute o croniche delle vie respiratorie. Eliminare

dall’orecchio esterno eventuali tappi di cerume

Sensazione di infossamento del timpano ed ottundimento dell’acuità

uditiva, dolore auricolare più o meno acuto localizzato a seconda

dell’orecchio e/o dei seni paranasali interessati, ronzii auricolari e

vertigini, nausea, perdita dell’orientamento

In immersione l’irruzione di acqua fredda nell’orecchio medio può

provocare un notevole shock e l’incapacità di dirigersi verso la superficie.

Appena a secco disinfettare, coprire e non immergersi. Appena possibile

s’impongono l’intervento medico e cure specialistiche

VERTIGINE ALTERNOBARICA E FISTOLA DELLA PERILINFA (APERTURA ANOMALA FORMA L’ORECCHIO MEDIO E L’ORECCHIO INTERNO).


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

È un’apertura anormale tra l’orecchio medio pieno d’aria e l’orecchio interno pieno di fluido. Nella maggior parte dei casi, c’è una lesione o qualche tipo di difetto in una o entrambe le piccole, sottili membrane che separano l’orecchio medio da l’orecchio interno. Queste membrane si trovano nella “finestra ovale” e nella “finestra rotonda

Può essere causata da Variazioni della pressione nell’orecchio medio in corso di discesa (caso

meno frequente) a causa di violenti aumenti di pressione nel corso di

manovre di compensazione ovvero in fase di risalita a causa

dell’espansione del gas nell’orecchio medio impossibilitato ad uscire dalla

tuba otturata 

Evitare violente manovre di compensazione o velocità eccessive in discesa e risalita, soprattutto se le tube non sono perfettamente pervie. Ricorrere

all’intervento medico e relative cure specialistiche per ristabilire una

pervietà tubarica sufficiente onde evitare manovre forzate e consentire

uno scarico adeguato durante la risalita

Sensazione di pienezza auricolare, vertigine, tinnito, talvolta dolore perdita dell’orientamento

Rallentare o sospendere la discesa (vertigine da discesa) o la risalita

(vertigine da risalita) non appena si avvertono i sintomi. Se i sintomi

persistono dopo l’emersione s’impongono l’intervento medico e cure

specialistiche anche perché in genere la sintomatologia vertiginosa se

comparsa dopo l’emersione con carattere duraturo è indizio sufficiente

per sospettare la fistola labirintica che impone la riparazione chirurgica

laddove non suscettibile di riparazione spontanea

BAROTRAUMA DELLA PELLE


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Ventose e pizzicature di mute male compensate possono formare spazi

contenenti aria (specialmente quelle a tenuta stagna) che, con la

compressione, possono ridursi a tal punto da aspirare la pelle nelle

sunnominate pieghe.

Compensare immettendo acqua nella muta umida e aria nella muta a

tenuta stagna del subacqueo

Prurito, bruciori, emorragie petecchiali, strie rossastre, lacerazioni della

pelle, in genere non dolorose

Normali medicazioni da pronto soccorso (applicazione di pomata grassa,

antisettica leggermente anestetica curativa delle comuni abrasioni della

pelle).

BAROTRAUMA DEI DENTI


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Depressioni in cavità di denti cariati, o in tasche alveolari, otturazioni o

corone male eseguite. Durante la discesa l’odontalgia è dovuta ad

implosione del dente se una piccola cavità contenente gas non si equilibra

con la pressione esterna.

Rinunciare alla immersione, evitare sempre l’immersione dopo estrazione

dentaria fino a completa cicatrizzazione.

Dolori lancinanti al/ai dente/i.

Rallentamento o arresto della decompressione in modo da consentire la

fuoriuscita del gas; appena a secco analgesici e cure specialistiche

odontoiatriche per la correzione dell’otturazione

SOVRADISTENSIONE GASTROINTESTINALE (COLICA DEI PALOMBARI)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

I gas contenuti nello stomaco (per ingestione) e nell’intestino (per nuova

formazione) che si dilatano durante la risalita per una loro maggiore

pressione rispetto alla pressione esterna

Evitare la masticazione di gomma o caramelle nell’esposizione a

sovrappressioni, non introdurre aria durante le manovre di

compensazione, adeguato regime dietetico ad azione anti-fermentativa e

cure preventive nel caso di sofferenza per aerofagia e/o meteorismo

gastrointestinale, favorire l’espulsione spontanea dei gas per le vie

naturali

Dolori di intensità varia e progressivamente accentuantesi, localizzati allo

stomaco o all’addome con difficoltà nell’inspirazione per accentuazione

del dolore

In immersione arrestare la risalita verso la superficie, ricomprimersi sino

ad espulsione spontanea dei gas attraverso le vie naturali favorita

dall’assunzione della posizione fetale; appena a secco soltanto

eccezionalmente potrà trovare indicazione la ricompressione terapeutica

IPOPRESSIONE POLMONARE (SQUEEZE)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Squilibri di pressione a carico dell’apparato respiratorio fra gas polmonari

e pressione ambiente nel senso di una ipopressione polmonare, la cui

conseguenza fisiologica è l’aumento del contenuto ematico polmonare

favorito da inadeguato rifornimento di gas respiratori; immersioni in apnea

oltre i limiti di profondità individuali e respirazione prolungata con aeratore

più lungo di 35 cm.

Uso di aeratori di buon diametro e di modesta lunghezza, non superare di

massima in apnea la quota di 15-20 m.

Tosse, dolore toracico, emottisi, rinorragia fino all’edema polmonare ed

alla perdita di coscienza

Edema polmonare, insufficienza cardiaca. Sospendere le immersioni, cure

specialistiche e tenere il paziente in assoluto riposo. Se l’infortunato è

asfittico attuare la respirazione artificiale manuale o strumentale, avendo

cura di non aggravare il danno polmonare (si impone l’intervento medico

specialistico).

SOVRADISTENSIONE POLMONARE ED EMBOLIA GASSOSA TRAUMATICA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

La risalita senza emettere aria né respirare in quantità sufficiente da parte

dell’operatore subacqueo, dovuta ad un qualsiasi fattore d’ordine psichico

(panico), fisiologico (blocco involontario riflesso della glottide), patologico

(tosse in risalita, broncospasmo, tappi di muco, stenosi delle vie

respiratorie), fisico e meccanico (immersione a yo-yo, blocco

dell’erogatore e valvole di sovrappressione del giubbetto equilibratore o

della muta stagna non perfettamente efficienti), provoca la dilatazione e la

lacerazione dei polmoni a causa del repentino aumento di volume dei gas

contenuto nei polmoni. 

Altre possibili cause scatenanti l’EGA:

SHUNT (FORAME OVALE PERVIO) dall’atrio destro a quello sinistro (DX/SN) – il sangue venoso passa nell’atrio sinistro mischiandosi al sangue ossigenato proveniente dal circolo polmonare – la manovra di Valsalva in presenza di FORAME OVALE PERVIO può causare il passaggio di bolle d’azoto e altri gas dal circolo venoso al circolo arterioso, saltando il filtro polmonare, e causando un’embolia gassosa arteriosa: EGA

Adeguata selezione psicofisica e attitudinale – formazione – del sommozzatore operatori (processi

infettivo – infiammatori acuti e cronici in atto nell’apparato respiratorio,

alterazioni enfisematose del polmone, profilo psicoattitudinale adeguato).

Disponibilità del doppio erogatore e della bombola supplementare in caso

di immersione con respirazione di miscela proveniente dalla superficie.

Valvole di sovrappressione del giubbetto equilibratore o della muta stagna

in perfetta efficienza. Evitare di trattenere l’aria in risalita verso la

superficie durante immersioni con autorespiratore ad aria. Pianificare

correttamente l’immersione ed attenersi alla programmazione per evitare

di esaurire l’aria a disposizione. Nel caso di risalita in emergenza con

giubbetto equilibratore, risalire il più rapidamente possibile avendo cura di

espirare al massimo e continuamente (tempo di risalita breve). Costante e

calibrata emissione durante la risalita nel caso di risalita in emergenza

senza giubbetto equilibratore.

la distensione e conseguente lacerazione del tessuto polmonare è

assolutamente indolore rapidamente seguita da sensazione di resistenza

respiratoria, oppressione retrosternale, cefalea, grave malessere

generale e rischio di annegamento. Penetrazione quindi di aria negli spazi

extrapolmonari e conseguente pneumotorace (cavo pleurico), enfisema

sottocutaneo al collo, spalle e mediastino. Concomitano infine capogiri per

compressione dei grossi vasi. In altre occasioni le manifestazioni iniziano

subito dopo la emersione con il repentino instaurarsi di uno stato

sincopale con emissione dalla bocca di liquido schiumoso ematico e

respiro superficiale. L’aria entrata nei vasi sanguigni – per i giochi di

pressione – salirà verso il cervello causando gravi lesioni (ischemia) o più

sovente la morte.

edema polmonare, insufficienza cardiaca, manifestazioni di origine

encefalica (crisi convulsive, perdita della capacità di esprimersi con la

parola, paralisi, coma). Sospendere le immersioni, procedere con le

manovre di rianimazione, mantenere il paziente in assoluto riposo,

preferibilmente in posizione di sicurezza ed in Trendelemburg nel solo

caso che non siano trascorsi più di 15 minuti dall’incidente, somministrare

ossigeno puro a pressione atmosferica, apportare liquidi per via orale

(acqua e/o bevande leggere) nelle prime ore se l’infortunato è cosciente e

autosufficiente, sollecitare cure specialistiche mediche onde provvedere

alla rapida detensione controllata del pneumotorace, ove presente,

mediante applicazione di catetere opportunamente sifonato. Provvedere il

più rapidamente possibile al trasporto dell’infortunato alla camera

iperbarica, in ogni caso. Qualora sia necessario trasportare ad un centro

di trattamento medico un infortunato subacqueo affetto da embolia

gassosa traumatica, impiegando un elicottero od un aereo a cabina non

pressurizzata, è indispensabile che la quota massima di volo non superi i

300-350 metri di altitudine

INCIDENTI CHIMICI DOVUTI ALLA LEGGE DI

DALTON

IPEROSSIA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Avvelenamento dovuto a respirazione di ossigeno la cui pressione parziale

o totale superi 1,6 atm (1216 mmHg). La pressione parziale massima di

ossigeno permessa durante attività lavorative subacquee è di 1,6 ata (1216

mmHg) di ossigeno per la durata massima per una singola esposizione

inferiore a 45 minuti con miscela azoto/ossigeno (A.R.M.). In camera

iperbarica è permesso spingersi fino al limite massimo di 3,0 ata (2280

mmHg) poiché gli occupanti sono tenuti a riposo assoluto, in ambiente

secco e non impegnati in attività lavorative subacquee.

Non superare tassativamente le profondità ed i tempi di esposizione

massime previste oltre i quali la respirazione di ossigeno può essere

tossica e quindi non superare i 6 (sei) metri di profondità con ossigeno

puro, ed i 66 (sessantasei) metri di profondità con A.R.A. Le profondità

massime previste per le varie miscele azoto/ossigeno con A.R.M. variano

in relazione ai flussi impiegati

Tremori, malessere diffuso, spasmi, crampi tetanici, disturbi della vista,

tinniti, convulsioni, svenimento e perdita di conoscenza.

Non far ingerire stimolanti né tantomeno inalare ossigeno, ma respirare a

lungo aria pura, riposo e calore. Se l’infortunato non arriva in tempo alla

superficie può essere soggetto ad annegamento secondario. Per ridurre il

rilassamento dei crampi e dei tremori praticare iniezioni di tranquillanti

(barbiturici) non appena resi disponibili dall’intervento medico.

MECCANICA DELL’IPEROSSIA

Ad elevate pressioni parziali l’Ossigeno oltre a normali scambi tramite emoglobina nel sangue entra in soluzione altro ossigeno, in relazione alla legge di Henry, questo eccesso non consente di liberare i tessuti dalla CO2 (che resta nei tessuti), mentre il sangue lascia i tessuti ancora saturo di Ossigeno, in pratica l’iperossia è un avvelenamento da CO2 che non si riesce a smaltire a livello cellulare.

IPOSSIA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Durante la pratica dell’apnea prolungata preceduta da eccessiva

iperventilazione preventiva ovvero per l’errato uso dell’A.R.O. o di A.R.A.

con miscele per grande profondità, la percentuale di ossigeno può

scendere sotto il 16% provocando insufficiente ossigenazione, mentre

sotto il 10% che rappresenta il valore minimo consentito di concentrazione

di ossigeno nel sangue, interviene perdita di conoscenza e sincope.

In apnea iperventilare solo per recuperare dopo uno sforzo o una

immersione precedente, non prima di immergersi. Conoscere bene l’uso

dell’A.R.O. (in particolare del by-pass e dei lavaggi), accurata esecuzione

delle verifiche preventive all’A.R.O. con particolare riferimento al

caricamento delle bombole con ossigeno puro al 100%. Durante la risalita

dalla grande profondità con A.R.A. a miscela speciale prevista per quella

data miscela/profondità programmare la sostituzione con A.R.A. ad aria

normale.

Senso di benessere ed euforia, svenimento e perdita di conoscenza in

forma molto dolce ed inavvertibile

Evento molto pericoloso poiché non è autocontrollabile, nel caso che

l’infortunato non risale in tempo in superficie interviene l’annegamento

secondario. Se la funzione respiratoria è conservata, respirazione di

ossigeno puro o aria e somministrazione di stimolanti del respiro e del

cuore, applicazioni calde. Se la funzione respiratoria è fortemente

compromessa o soppressa, attuare il ripristino ed il mantenimento

artificiale della respirazione, seguita da inalazione controllata di ossigeno

puro o aria. Se arresto cardiaco, attuare il massaggio cardiaco esterno.

Rianimazione cardiorespiratoria e neurologica avanzata solo da parte di

personale medico.

EBBREZZA DA PROFONDITA’ (NARCOSI DA AZOTO)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Alterazione neuropsichica dovuta all’azione narcotica dell’azoto e favorita

dalla presenza di percentuali di anidride carbonica superiori alla norma,

quando la pressione di respirazione supera le 5 ata (40 metri) – e in

determinate condizioni già superate la profondità di 4 ata (30 metri). All’aumentare della pressione esterna la pressione parziale dell’azoto disciolto nel sangue si innalza, aumentando sensibilmente la possibilità di legarsi all’ossigeno, formando PROTOSSIDO DI AZOTO (N2O), un analgesico e anestetico noto anche come gas esilarante, provocando quindi un effetto tossico nell’organismo, conosciuto col nome di narcosi da azoto o ebbrezza da alti fondali. Ne

sono più soggetti coloro che abusano nel consumo d’alcool e chi fa uso di sostanze stupefacenti.

Evitare immersioni più profonde di 40 metri se non si è allenati o vi sono

postumi di eccessi di alcool e/o tabacco, di intossicazioni da cibi, fumi,

gas, ecc.. Per immersioni profonde tra 40 e 50 metri è consigliabile non

effettuare immersioni senza un sia pur breve, graduale adattamento a

profondità inferiori, anche per evitare problemi legati all’ipercapnia,

mantenere una respirazione regolare e profonda, Se possibile controllare

frequentemente a mezzo comunicazioni con la superficie lo stato psichico e intellettuale

del subacqueo. L’immersione a profondità superiori ai 50 metri richiede

l’uso di miscele respiratorie artificiali binarie (azoto/ossigeno,

elio/ossigeno) o ternarie (azoto/elio/ossigeno).

Ebbrezza analoga ad ubriachezza, falsa sensazione di sicurezza e di

efficienza, comportamento sconsiderato, azioni maldestre od impulsive

estremamente pericolose, tendenza a togliere l’erogatore da sé ed agli

altri, a scendere senza limiti, obnubilamento e perdita della conoscenza

nelle fasi più avanzate

L’infortunato deve risalire o per autocontrollo o costretto dai compagni

altrimenti può arrivare a morte per annegamento secondario. Appena

risalito alla superficie od anche a profondità minori i fenomeni cessano.

Tuttavia può rendersi necessaria, oltre alle cure sintomatiche

eventualmente indicate nei singoli casi, l’applicazione di procedimenti di

rianimazione cardiorespiratoria, qualora l’affezione si complichi con

quadri di asfissia anossica o da annegamento, o ricompressione

terapeutica se l’incidente ha provocato una risalita d’emergenza (tenere

sempre presente il rischio combinato di embolia gassosa).

IPERCAPNIA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Immersioni in apnea prolungata con poca iperventilazione. Errate manovre

o allagamento del filtro negli A.R.O quando l’anidride carbonica non è

sufficientemente assorbita da parte del filtro di calce sodata. Lavoro

faticoso o paura possono provocare affanno che in presenza di

insufficiente ventilazione (ipoventilazione polmonare) non riesce ad

eliminare l’anidride carbonica prodotta, la cui pressione parziale aumenta

oltre i limiti di tolleranza fisiologica

Non prolungare oltre un certo tempo le immersioni in apnea che possono

condurre ad un affaticamento generale. Prestare particolare cura nel

caricamento della capsula di calce sodata degli A.R.O. e porre particolare

attenzione nel manovrare correttamente la rubinetteria, al fine di evitare

infiltrazioni di acqua nella calce sodata. Nel corso delle immersioni con

A.R.A. mantenere il controllo della respirazione che deve essere profonda

e vigorosa, nel caso di affanno concedersi una pausa fino al ripristino delle

condizioni normali e se non si riprende il controllo della situazione,

persistendo o aggravandosi l’affanno, interrompere l’immersione e

risalire.

Variano in dipendenza della tensione di anidride carbonica nei gas

respirati e nel sangue quando prodotta dai tessuti dell’organismo stesso.

Aumento della frequenza e della profondità degli atti respiratori, cianosi

del volto, ventilazione polmonare minutale più che raddoppiata, cefalea

frontale, ottundimento sensoriale, apatia intellettuale, vertigini, ronzii

auricolari, vomito, torpore psichico e sonnolenza invincibile fino alla

perdita di conoscenza.

L’intossicazione da anidride carbonica sparisce somministrando ossigeno,

in caso di svenimento procedere subito all’inalazione di ossigeno e alla

respirazione artificiale diretta, manuale o strumentale, ove necessaria.

IPOCAPNIA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Una ventilazione o una iperventilazione troppo prolungata e profonda

riduce eccessivamente il tenore di anidride carbonica nel sangue

Mantenere il controllo della respirazione e, se non si è allenati, evitare

iperventilazioni prolungate

Il subacqueo avverte un cambiamento del colore della luce, un pizzicore

alla lingua, vertigini, ronzii auricolari, sensazione di freddo, formicolio alle

estremità fino ad impallidire e svenire

Attuare una breve apnea e poi riprendere a respirare normalmente. Può

portare all’annegamento secondario

AVVELENAMENTO DA MONOSSIDO DI CARBONIO


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

I gas di scarico del compressore o di motori vicini possono inquinare l’aria

compressa nelle bombole impiegata per l’immersione. Il monossido di

carbonio possiede un effetto anossico sull’organismo per la sua facoltà di

combinazione con l’emoglobina che perde, per tale motivo, la sua normale

funzione di trasportatrice di ossigeno.

Impiegare compressori in buone condizioni di efficienza con particolare

riferimento alla carburazione ed al circuito di raffreddamento. Ubicare le

aspirazioni dei compressori in ambienti non contaminati da scarichi di

macchinari o da qualsiasi altra sorgente di monossido di carbonio.

Controllare che la presa d’aria del compressore sia sempre sopravvento a

qualsiasi fonte di monossido di carbonio. In caso dubbio provvedere

all’analisi dell’aria prodotta, la percentuale dell’ossido di carbonio non

deve superare lo 0,001% (10 parti per milione).

Variano in rapporto alla percentuale di carbossiemoglobina formatasi a

causa della presenza di monossido di carbonio nell’aria impiegata nonché

in rapporto alla concentrazione del composto, alla durata dell’esposizione

e alla concomitante attività fisica. Cefalea, ebbrezza, confusione mentale

ed affanno. Se l’esposizione si prolunga, sincope e morte per arresto

respiratorio.

Se il subacqueo non risale in tempo può arrivare allo svenimento e, quindi,

all’annegamento secondario. Respirazione artificiale diretta, manuale o

strumentale, ove necessaria. L’infortunato deve respirare aria e, meglio,

ossigeno puro, possibilmente in camera iperbarica. Manifestazioni tardive

sono rappresentate da cefalea, nausea, astenia muscolare, disturbi della

memoria, della vista, dell’udito, della parola, psicosi, neuriti e paralisi

INCIDENTI FISICI DOVUTI ALLA LEGGE DI

HENRY

INCIDENTE DA DECOMPRESSIONE ACUTA (EMBOLIA GASSOSA)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Formazione e liberazione di bolle di gas inerte in seno a tessuti e/o nel

circolo sanguigno quando l’organismo viene riportato da ambienti

pressurizzati alla pressione atmosferica, immersioni senza eseguire una

appropriata decompressione nel corso di immersioni con autorespiratori

A.R.A. e A.R.M. oltre la curva di sicurezza ovvero immersioni in

saturazione senza una decompressione controllata ovvero risalita a

pallone o comunque troppo rapida.

Velocità di risalita verso la superficie non superiore a 9 metri al minuto nel

caso di immersioni a livello del mare. Nel caso di immersioni in altitudine la

velocità di risalita verso la superficie deve essere ulteriormente ridotta.

Nelle immersioni con risalita verso la superficie senza fermate (immersioni

in sicurezza) fare comunque una sosta di sicurezza di alcuni minuti, in

genere 3 minuti, a 3-5 metri di profondità, anche se recentemente è stato

dimostrato che una sosta di sicurezza di tre minuti a 6 metri di profondità

riduce del 50 per cento le bolle nel sangue venoso. Nelle immersioni che

richiedono fermate di decompressione, rispettare le tabelle di

decompressione senza interpolazioni dei valori delle tabelle. Applicare le

tabelle specifiche per le immersioni successive. Evitare l’eccessivo sforzo

muscolare nel lavoro in immersione o subito dopo, specialmente se

prolungato. Astenersi dal fare viaggi in altitudine (auto, elicottero, aereo)

sopra i 700 metri s.l.m. per le due ore successive all’immersione qualora

questa non abbia richiesto fermate di decompressione e per almeno dodici

ore, salvo calcoli precisi, nel caso che l’immersione ha richiesto fermate di

decompressione. Sottoporsi ad una visita specialistica di controllo dopo

ogni periodo di convalescenza da una malattia seria.

Prurito cutaneo, petecchie, dolori muscolari e articolari anche acuti nelle

forme lievi (osteomioartralgiche), cianosi, affanno, tachicardia, vertigini,

paralisi di moto e di senso (debolezza o difficoltà nei movimenti volontari

degli arti superiori o inferiori, perdita o disturbi della parola e dell’udito,

disturbi visivi), perdita di conoscenza nelle forme gravi (neurosensoriali).

In casi gravi non curati in modo appropriato ed in tempo, l’incidente da

decompressione acuta comporta paralisi parziali, specialmente degli arti

inferiori ed anche la morte. L’individuo deve essere trattato il più

rapidamente possibile in camera iperbarica e con adeguate cure mediche

specialistiche. Qualora sia necessario trasportare ad un centro di

trattamento medico un infortunato subacqueo affetto da incidente da

decompressione acuta, impiegando un elicottero od un aereo a cabina non

pressurizzata, è indispensabile che la quota massima di volo non superi i

300-350 metri di altitudine. Manovre di rianimazione cardiorespiratorie, se

necessarie dopo aver liberato il subacqueo dalla muta e riscaldato con

coperte, asciugamani, ecc.. Raccomandare, durante il trasporto, sempre

che sia possibile, la erogazione all’infortunato di ossigeno normobarico al

100 per cento attraverso mascherine aderenti al viso, ad un flusso

continuo di 15 litri al minuto oppure con erogatore a domanda. Mantenere

il paziente in assoluto riposo, preferibilmente nella posizione di sicurezza

ed in Trendelemburg nel solo caso che non siano trascorsi più di 15 minuti

dall’incidente, apportare liquidi per via orale (acqua e/o bevande leggere)

nelle prime ore se l’infortunato è cosciente e autosufficiente. Nella scelta

tra il trasporto (ancorché dilazionato nel tempo) e la procedura di

ricompressione in acqua, tenendo conto dei rischi gravissimi e dei pericoli

derivanti da quest’ultima manovra, è sempre preferibile il trasporto

dell’infortunato presso una camera iperbarica.

INCIDENTE DA DECOMPRESSIONE CRONICO


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

I lavoratori dei cassoni pneumatici, i sommozzatori con autorespiratore ed

i palombari con scafandro elastico, con attività subacquea molto lavorativa intensa,

tendono spesso a non tenere conto delle norme della decompressione

Velocità di risalita verso la superficie non superiore a 9 metri al minuto nel

caso di immersioni a livello del mare e rispettare le tabelle di

decompressione. Non affidarsi all’esperienza

Dolori articolari, artrosi e deformazioni artrosiche, reumatismi articolari,

disturbi cardiaci, paresi degli arti.

Situazione nella maggior parte dei casi irreversibile, alleviata transitoriamente dalla compressione

terapeutica in camera iperbarica e dalle terapie mediche collaterali

INCIDENTI DOVUTI ALL’IMPATTO FISIOPATOLOGICO DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO

ASFISSIA DA ANNEGAMENTO O DA SOMMERSIONE INTERNA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Occlusione delle vie respiratorie da parte di acqua, imputabile a possibili

avarie degli autorespiratori (annegamento primario) ovvero per il

verificarsi della perdita di conoscenza dell’operatore subacqueo

(annegamento secondario) ovvero occlusione delle vie respiratorie da

parte di rilevanti quantità di liquidi organici (sommersione interna)

provenienti dall’apparato digerente (vomito), respiratorio (copiose

rinorragie ed emorragie polmonari).

Osservare le misure di prevenzione già specificate per gli altri incidenti

subacquei. Evitare l’uso dell’alcool, di sostanze stupefacenti e di farmaci

attivi sul sistema nervoso centrale prima di iniziare un’attività natatoria e/o

subacquea. Per la prevenzione della sommersione interna attuare le

misure preventive per i barotraumi, il mal di mare (escludendo

dall’immersione, nella fase di selezione del personale, gli operatori che ne

hanno predisposizione) e le norme igieniche concernenti l’alimentazione.

L’impiego di farmaci contro nausea e vomito da mal di mare ovvero causati

da disturbi della digestione può essere necessario in alcuni casi, ma

bisogna sempre tenere presente l’effetto deprimente sul sistema nervoso

centrale di queste sostanze

Perdita di conoscenza, respiro assente o compromesso, assenza di attività

cardiaca, cianosi del volto

controllo della pervietà delle vie respiratorie e rianimazione

cardiorespiratoria con somministrazione di ossigeno normobarico al 100

per cento sul luogo dell’incidente, non appena l’infortunato sia stato

riportato in superficie. Sospettare sempre l’esistenza di lesioni

traumatiche del cranio e del midollo spinale nel tratto cervicale e

l’ipotermia onde fare molta attenzione nella manipolazione dell’infortunato

in ipotermia, qualsiasi atto brusco può scatenare la fibrillazione

ventricolare. Provvedere il più rapidamente possibile alla ospedalizzazione

dell’infortunato, anche nel caso del ristabilirsi di sufficienti condizioni

fisiche, dal momento che l’aspirazione sia di acqua dolce sia di acqua

salata comporta rispettivamente alterazioni della diluizione e della

concentrazione del sangue nonché lo sviluppo di una sintomatologia

respiratoria simile ad una infezione respiratoria severa.

INCIDENTI DOVUTI ALLA TEMPERATURA

IPOTERMIA ACCIDENTALE (TRAUMA DA FREDDO)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Data l’elevata conduttività termica dell’acqua, il sommozzatore può avere

una perdita di calore tale che le reazioni dell’organismo non riescono ad

impedire un eccessivo raffreddamento

Protezioni termiche subacquee (mute stagne e sottomute) adeguate alla

temperatura dell’acqua ed alla durata dell’immersione. Da tener presente

che il freddo richiede un maggior consumo di ossigeno e quindi più aria

Piloerezione e brividi, tremiti violenti e crampi, stato confusionale e

irritazione, shock anche allergico e svenimento

I congelamenti parziali ed i fenomeni allergici normalmente si risolvono

rapidamente, in caso contrario occorrono cure specialistiche (gli arti se

congelati dovranno essere protetti dalle infezioni con l’uso di teli sterili).

Forti ritardi nella risalita possono provocare la morte per annegamento

secondario. Prestare molta attenzione nella manipolazione dell’infortunato

in ipotermia, qualsiasi manipolazione brusca compreso il massaggio può

scatenare la fibrillazione ventricolare. Togliere la muta ed i vestiti bagnati

solo in ambiente riscaldato, ovvero riscaldare con coperte, lenzuola o teli

in alluminio, ed impedire l’ulteriore raffreddamento del corpo. Non

eccedere nella somministrazione di calore. Evitare la somministrazione di

alcolici, somministrare con cautela tè o bevande calde e zuccherate solo

se l’infortunato è cosciente e autosufficiente. Somministrare ossigeno

normobarico al 100 per cento e ospedalizzare il più rapidamente possibile

IDROCUZIONE


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Sincope riflessa dovuta al contatto con l’acqua, specie se fredda al di sotto

dei 18 °C, seguita da uno stato secondario di asfissia

Non immergersi in acqua fredda (temperature inferiori ai 18 °C) e se non

sono trascorse almeno tre ore dal termine del pasto, evitare prima

dell’immersione di svolgere attività fisica molto intensa che comporti un

eccessivo riscaldamento corporeo e conseguente sudorazione corporea,

evitare brusche e violente manovre di Valsalva

Arrossamento e calore della cute, prurito, debolezza, vertigini, acufeni,

brividi, obnubilamento della vista, cefalea occipitale. Nelle condizioni

conclamate compare dapprima cianosi pallida evolvente verso una cianosi

sempre più accentuata a significato dello stato sincopale – asfittico

instauratosi

Le stesse dell’annegamento. S’impone l’intervento medico d’urgenza atto a

ripristinare e mantenere le funzioni cardiorespiratorie e nervose a mezzo

di rianimazione intensiva avanzata

IPERTERMIA (COLPO DI CALORE)


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

l colpo di calore è causato da un repentino incremento della temperatura corporea dovuto a cause non patolgiche, ad esmpio:: esposizione al sole con al muta indossata, ecc.. Quando un soggetto viene sottoposto ad un intenso stress termico i meccanismi deputati alla termoregolazione possono fallire.

Semplici provvedimenti dettati dal buon senso: non esporsi al sole nelle ore più calde del giorno, cercare di dimagrire, soggetto obeso ha più del triplo di possibilità di essere colpito da un colpo di calore fatale rispetto ad individui normopeso, evitare pasti eccessivamente abbondanti e mantenersi ben idratati 

La cute diventa calda e disidratata, la sudorazione si arresta e la temperatura corporea sale notevolmente.

Questi sintomi sono preceduti da segnali di allarme come nausea, confusione, annebbiamento della vista, senso di debolezza, tachicardia e ronzii alle orecchie.

Durante un colpo di calore la temperatura interna può raggiungere i 40-42°C, sottoponendo l’intero organismo ad uno stress notevole. Se non si interviene in tempo le conseguenze possono essere molto gravi e addirittura fatali.L’unico modo per evitare il sopraggiungere di un collasso cardiocircolatorio è cercare di ridurre il più rapidamente possibile la temperatura dell’infortunato 

L’applicazione di ghiaccio e l’immersione completa del corpo in acqua fredda sono tra gli interventi più semplici ed efficaci per aiutare chi viene colpito da un colpo di calore. In attesa dei soccorsi si possono adottare ulteriori provvedimenti come sfregare la cute con alcol, ventilare il soggetto con un panno, tamponarlo con un asciugamano imbevuto di acqua fredda e riporlo in un luogo fresco ed ombroso. Tutti i trattamenti in grado di abbassare la temperatura corporea possono essere utili.

INCIDENTI DOVUTI A FATTORI RELATIVI ALL’ORIENTAMENTO E ALLE CONDIZIONI DI LUMINOSITA’

TRAUMA DA OSCURITA’


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Nelle immersioni in grotta, in acque oscure o torbide, la visibilità può

essere nulla o fortemente limitata.

Il/i sommozzatori devono avere una buona lampada subacquea e sistemi di illuminazione di riserva allenamento,

esperienza e controllo reciproco

Disorientamento, claustrofobia, paura, affanno, panico fino a svenimento

per ipercapnia.

Interrompere l’immersione, risalire immediatamente in superficie, calmarsi e

riposarsi. In casi gravi somministrare ossigeno normobarico al 100 % sul

luogo dell’incidente. Pericolo di annegamento secondario.

TRAUMA DA INFLUSSO VISIVO


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Il sommozzatore durante l’affioramento da immersioni profonde in acqua libera, “nel blu”, risale in

mezzo alle sue stesse bolle senza punti di riferimento

Evitare, ove possibile, di iniziare la risalita perpendicolarmente quindi risalire obliqui o più

lentamente

Disorientamento, paura, affanno e ipercapnia.

Mantenere sempre un buon autocontrollo in immersione e, appena in superficie tenere a riposo

assoluto ed eventualmente trattare con ossigeno normobarico al 100 per

cento. Pericolo di annegamento secondario.

INCIDENTI DOVUTI A FATTORI FISIOLOGICI SOGGETTIVI

SINDROME IPOGLICEMICA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Complesso di disturbi espressione di uno stato patologico di diminuzione

della glicemia

Non effettuare immersioni se sono trascorse più di dieci ore dall’ultimo

pasto. Se sono previste operazioni di durata prolungata che possono

comportare la impossibilità di assumere cibo, alimentarsi preventivamente

privilegiando cibi proteici anziché carboidrati in modo da portare alla

liberazione più tardiva ma costante e graduale di glucosio.

Tremori, sudorazione fredda, piloerezione, ipotermia, cefalea, irritabilità,

confusione, allucinazioni, comportamento bizzarro e, infine, convulsioni e

coma nei casi più gravi

Somministrare bevande zuccherine per bocca, se l’infortunato è cosciente

e autonomo, ovvero soluzioni glucosate per infusione endovenosa appena

disponibile personale medico

MORTE IMPROVVISA NELL’ACQUA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Morte dovuta prevalentemente a cause cardiache che provocano l’arresto

primitivo del cuore e la conseguente improvvisa perdita di flusso

sanguigno cerebrale, nonché al prolungamento di uno stato di apnea o di

uno spasmo dei muscoli respiratori o di una asfissia

Cause determinanti e predisponenti sono riflessi inibitori cardiaci e/o

respiratori scatenati da condizioni che turbano la regolarità delle funzioni

organiche e psichiche come nelle immersioni in acqua, specie se fredda,

durante il periodo della digestione con il corpo accaldato, durante stati di

eccessiva stanchezza ed eccitazione psichica, nei casi di penetrazione di

acqua fredda nell’orecchio medio attraverso rotture della membrana

timpanica, nelle condizioni di elevazione della pressione intratoracica

secondaria a manovra di Valsalva ovvero a risalite rapide alla superficie ed

infine, nei traumatismi che interessano nuca, collo e addome

dell’operatore subacqueo

Coscienza assente, arresto delle funzioni cardiorespiratorie, pallore

cutaneo e delle mucose visibili, non liquidi nelle vie respiratorie, assenza

dei segni classici dell’annegamento

Non immergersi in acqua fredda (temperature inferiori ai 18 °C) e se non

sono trascorse almeno tre ore dal termine del pasto, evitare prima

dell’immersione di svolgere attività fisica molto intensa che comporti un

eccessivo riscaldamento corporeo e conseguente sudorazione corporea,

evitare brusche e violente manovre di Valsalva.

Le stesse dell’annegamento. S’impone l’intervento medico d’urgenza atto a

ripristinare e mantenere le funzioni cardiorespiratorie e nervose a mezzo

di rianimazione intensiva avanzata.

ESAURIMENTO DA FATICA FISICA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Immersioni in corrente, sforzi fisici di notevole intensità o durata che

comportano una ventilazione polmonare eccessiva come conseguenza di

uno scarso controllo dell’attività fisica da parte dell’operatore subacqueo,

ovvero come conseguenza di incidenti tecnici o traumatici avvenuti nel

corso di una immersione

Osservare le misure di prevenzione medica, didattica e tecnica e già

conosciute per gli altri incidenti subacquei

Potranno essere i più svariati da caso a caso, fino ai gradi estremi

dell’asfissia.

Qualora l’effetto principale riscontrato è l’affanno, interrompere

tempestivamente l’attività e concedersi un periodo di riposo fino alla

normalizzazione del respiro. In caso di svenimento e perdita di

conoscenza, non appena l’infortunato sia stato riportato in superficie,

controllo della pervietà delle vie respiratorie e rianimazione

cardiorespiratoria con somministrazione di ossigeno normobarico al 100

per cento sul luogo dell’incidente

INCIDENTI DOVUTI A LESIONI DA FAUNA E FLORA MARINA


Cause:

Prevenzione:

Sintomi:

Conseguenze e cure:

Tenuto conto delle numerose specie animali e vegetali presenti nell’ habitat

marino, il numero degli incidenti veramente seri e fatali dovuto ad essi è

minimo. Alghe e vegetazioni possono provocare difficoltà ai movimenti del sommozzatore con

ripercussione sulle apparecchiature in uso, mentre una nutrita varietà di organismi marini 

possono rappresentare un pericolo per il

subacqueo al quale possono provocare svariate lesioni da puntura o

morso in genere locali, da considerarsi sempre infette, talvolta mortali nel

caso dello scatenarsi di reazioni allergiche con svenimento e perdita di

conoscenza fino allo shock anafilattico

La maggior parte degli incidenti provocati dai suddetti agenti si può

prevenire se il subacqueo è sufficientemente informato su di essi e se

indossa i vestiti protettivi regolamentari, completi di guanti e cappuccio.

Estremamente variabili in funzione dell’organismo responsabile, tagli, punture da aculei velenosi, sostanze urticanti, morsi, eccetera

Estremamente variabili in funzione dell’organismo responsabile e del danno biologico subito dal subacqueo, dalla semplice spina di ricco, facilmente curabile sino alla possibilità fino allo shock anafilattico e delle cure sanitarie avanzate.

INCIDENTI DOVUTI ALLA RESPIRAZIONE DI GAS IN IMMERSIONE

IDD

Fenomeni Embolici, (in passato definiti MDD): rappresentano l’embolizzazione del sangue venoso e dei tessuti da insufficiente decompressione. 

La CAUSA che genera questo è data dal ritorno in forma gassosa dell’azoto che si è disciolto nei tessuti dell’organismo per la respirazione di aria in ambiente iperbarico.

Embolia gassosa arteriosa (EGA), rappresenta l’embolizzazione del sangue arterioso con conseguente coinvolgimento di organi bersaglio.

Le CAUSE che possono generare questo sono: barotrauma polmonare, immersione. in apnea dopo ARA, forame ovale pervio 

Narcosi da azoto: è una particolare condizione neuro-psichica, detta anche ebbrezza da profondità, dovuta all’effetto farmacologico esercitato dall’azoto sul sistema nervoso centrale

CLASSIFICAZIONE IN RELAZIONE AI SINTOMI

FORME LIEVI

FORME GRAVI

Prurito

Dolore articolare

Edemi localizzati sugli arti

Tosse

Dispnea

Cefalea

Disturbi della vista e dell’udito

Deficit sensitivo-motorii 

Vertigini 

CURE

Il soggetto colpito deve essere sottoposto al più presto a ricompressione terapeutica in camera iperbarica secondo 

NARCOSI DA AZOTO

La narcosi da azoto è una particolare condizione neuro-psichica, detta anche “ebbrezza da profondità”, dovuta all’effetto farmacologico esercitato dall’azoto sul sistema nervoso centrale.

Si può manifestare in qualunque momento dell’immersione, anche se la fase a maggior rischio coincide con il raggiungimento della profondità massima.

Alcune particolari condizioni possono portare più facilmente all’insorgere della Narcosi da Azoto, nello specifico: 

_ aumento della PpCO2 _ freddo

_ assunzione di alcool e farmaci _ assenza di punti di riferimento

_ condizioni di malessere _ velocità di discesa

_ scarsa visibilità _ stress

SINTOMI DELLA NARCOSI DA AZOTO

Pur variando notevolmente da individuo e individuo e non esistendo una soglia di tolleranza univoca, in linea generale i sintomi sono: 

_ leggerezza mentale _ minore tolleranza a stress e panico

_ disturbi visivi e acustici _ sapore metallico o dolce dell’aria

_ distorsione della parola _ vertigini, nausea e vomito

_ rallentamento attività mentale _ alterazioni capacità motorie

_ incapacità lettura strumenti _ distorsione della memoria

CURE

Risalire all’immediata insorgenza di segnali premonitori dei sintomi a profondità minori.

TOSSICITA’ DELL’OSSIGENO

Ad elevata pressione parziale l’ossigeno diventa tossico per i tessuti del nostro corpo (1,6 atm), tale pressione parziale aumenta all’aumentare delle profondità, VEDI LEGGE DI DALTON

SINTOMI DELLA TOSSICITA’ DELL’OSSIGENO

tremori al viso e agli arti

disturbi visivi

contrazioni muscolari

perdita di coscienza

tetanie: stato patologico che si caratterizza per la presenza di ipereccitabilità dei nervi periferici con contrazioni forzate e involontarie dei muscoli, spasmi, tremori muscolari.

CURE

I sintomi possono regredire se l’infortunato viene portato al più presto in una condizione di respirazione in cui le pressioni parziali dell’ossigeno sono al di sotto dei valori limite.

CONTAMINAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO

La contaminazione da CO è un evento che si può verificare se le bombole sono state caricate vicino a scarichi da combustione o se i filtri del compressore sono ormai desueti

SINTOMI DELLA CONTAMINAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO

dispnea

confusione mentale

crampi

sincope

CURE

Allontanarsi il più rapidamente dalla fonte di monossido di carbonio (CO) Somministrazione di ossigeno al 100% (maschera nonrebreather con reservoir) 

Ossigenoterapia iperbarica (in una camera a 2 a 3 atmosfere di ossigeno al 100%).

INCIDENTI DOVUTI ALLE VARIAZIONI DELLA PRESSIONE AMBIENTALE

BAROTRAUMI

Si definisce barotrauma una lesione ai tessuti provocata dal mancato equilibrio fra la pressione dellaria contenuta in una cavità corporea e la pressione dell’ambiente circostante.

I barotraumi si hanno quando il corpo si muove in modo troppo repentino da o verso una condizione in cui la pressione è più elevata.

I danni originano dal fatto che mentre l’aria è comprimibile i tessuti non lo sono quindi all’aumentare della pressione esterna l’aria contenuta nei tessuti offre una resistenza minore alla pressione mentre al diminuire della pressione esterna l’aria contenuta nel corpo umano tende a espandersi danneggiando, se non sono rispettati i tempi e i modi di espulsione, i tessuti nella quale è contenuta.

TIPOLOGIE BAROTRAUMI

Polmonare

Seni paranasali

Colpo di ventosa

Orecchio medio

Orecchio interno

Intestinale

BAROTRAUMA POLMONARE

Pur essendo simile alla malattia da decompressione, in quanto è dovuta alla formazione di bolle di gas all’interno della circolazione sanguigna di un sub durante la fase di decompressione è un evento estremamente grave Tali bolle, però, non si formano a partire dall’azoto, ma la loro presentazione si deve a un’estrema sovradistensione polmonare che giunge a un punto tale da causare lacerazioni nel tessuto polmonare, facendo quindi penetrare nella circolazione arteriosa emboli gassosi.

È quindi un grave incidente che può colpire un subacqueo durante la fase di risalita di una immersione con autorespiratori, quando i gas respiratori, in fase di espansione (VEDEI LEGGE di Boyle e Mariotte), trovano occluse le vie aeree. 

Quando questo accade, si assiste alla lacerazione, per esplosione, degli alveoli polmonari. Il barotrauma polmonare è la principale causa dell’EGA (embolia gassosa arteriosa). 

SINTOMI BAROTRAUMA POLMONARE

Tosse  

Dispnea

Tosse con sputo ematico     

 Enfisema sottocutaneo localizzato nel collo

Pneumotorace      

Coma

PREVENZIONE BAROTRAUMA POLMONARE

Effettuare una respirazione costante e continua durante l’intera immersione, non interrompere la respirazione (soprattutto l’espirazione) in particolare durante la risalita quando la pressione ambiente diminuisce per dar modo ai gas in espansione (VEDI LEGGE BOYLE E MARIOTTE) di essere espulsi tramite la respirazione

 

CURE

In caso della presenza dei sintomi dell’embolia gassosa arteriosa la terapia è uguale a quella della malattia da decompressione, ovvero somministrazione precoce di ossigenoterapia ad alti flussi di O2 e trattamento in camera iperbarica, quest’ultimo effettuato seguendo apposite tabelle da decompressione.

BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO MEDIO

Il barotrauma dell’orecchio medio o incidente da mancata compensazione

Nella maggior parte dei casi si presenta durante la discesa (è possibile se pur raro anche durante la risalita, specialmente nell’apnea) ed è caratterizzato da due diverse manifestazioni in relazione alla velocità di discesa.

Nelle forme più gravi si può lacerare la membrana timpanica, nelle forme lievi si può incorrere in un’otite o in una infiammazione della membrana timpanica

DISCESA LENTA

DISCESA VELOCE

Il sub fa fatica a compensare, rallenta la discesa, forza la compensazione, sopporta un lieve dolore. All’uscita dell’immersione potrà avvertire un dolore all’orecchio che aumenta con il tempo e/o una sensazione di orecchio chiuso. 

Il sub scende molto velocemente, si presenta subito un dolore molto acuto a volte accompagnato a vertigini. 

SINTOMI DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO MEDIO

In caso di barotrauma dell’orecchio, si presentano diversi sintomi tra i quali: dolore auricolare, sensazione di ovattamento, riduzione della capacità uditiva, sanguinamento dell’orecchio, vertigini, Instabilità posturale con nausea, acufeni.

PREVENZIONE DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO MEDIO

Eseguire corrette e tempestive manovre di compensazione, non forzare la compensazione, non immergetevi se raffreddati effettuare visita periodica per verificare  l’idoneità otorinolaringoiatrica alle immersioni. 

CURE DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO MEDIO

L’approccio principale è di tipo farmacologico con la somministrazione di antibiotici, importante, è mantenere asciutto l’orecchio, evitando di fare entrare acqua; essendoci la perforazione infatti, gli agenti patogeni potrebbero facilmente attraversare il timpano e provocare infezione. Nei casi più gravi può essere necessario un intervento chirurgico di ricostruzione di miringoplastica.

BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO INTERNO

E’ una delle possibili conseguenze della ritardata compensazione dell’orecchio medio. Il rischio di incorrere in tale barotrauma è amplificato dalla presenza di occlusioni ermetiche del condotto uditivo esterno: tappi di cerume, cappuccio della muta in ventosa, ecc.


La stimolazione meccanica dell’orecchio interno può avvenire in due modi:

MODALITÀ IMPLOSIVA

MODALITÀ ESPLOSIVA

Prevede che nell’orecchio medio sia presente una pressione maggiore che nell’orecchio interno (risalita con apertura ritardata della tuba di Eustacchio, discesa in presenza di tuba beante, discesa dopo Valsalva troppo energico).

 

Prevede che la pressione dell’orecchio medio sia inferiore a quella dei fluidi labirintici (discesa con ritardata apertura della tuba di Eustacchio).

SINTOMI DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO INTERNO

Vertigini, Acufene, Ipoacusia neurosensoriale

PREVENZIONE DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO INTERNO

Eseguire corrette e tempestive manovre di compensazione, non forzare la compensazione, non immergetevi se raffreddati, lasciare sempre libero il condotto uditivo esterno, effettuare visita periodica per verificare l’idoneità otorinolaringoiatrica alle immersioni

CURE DEL BAROTRAUMA DELL’ORECCHIO INTERNO

Come nel Barotrauma dell’orecchio medio L’approccio principale è di tipo farmacologico con la somministrazione di antibiotici, importante, è mantenere asciutto l’orecchio, evitando di fare entrare acqua; essendoci la perforazione infatti, gli agenti patogeni potrebbero facilmente attraversare il timpano e provocare infezione. Nei casi più gravi può essere necessario un intervento chirurgico di ricostruzione di miringoplastica

BAROTRAUMA DEI SENI PARANASALI

Il barotrauma ai seni paranasali può manifestarsi sia in fase di discesa che in fase di risalita.  

SINTOMI BAROTRAUMA DEI SENI PARANASALI

La mancata compensazione di detti seni si annuncia, sin da subito, con una sensazione di dolore pungente riferita alla cavità interessata. L’infiammazione acuta dei seni paranasali può portare alle sinusiti barotraumatiche Dolore acuto alla regione intorno all’occhio del lato colpito, che si irradia alla fossa canina ed ai denti dell’arcata superiore, con rari episodi di sanguinamento nasale omolaterali legato al versamento ematico che può determinarsi all’interno dei seni interessati. Il dolore andrà progressivamente aumentando, se il sub non interrompe l’immersione.

PREVENZIONE BAROTRAUMA DEI SENI PARANASALI

L’unica forma di prevenzione consiste nel rinunciare all’immersione all’insorgere dei primi sintomi

CURE BAROTRAUMA DEI SENI PARANASALI

Il trattamento farmacologico in caso di barotrauma dei Seni Paranasali è uguale a quello utilizzato per i barotraumi  dell’orecchio medio.

IL COLPO DI VENTOSA

Lo schiacciamento della maschera, ho anche delle pieghe della muta stagna, avviene più comunemente durante le discese molto rapide quando il sub non compensa lo spazio aereo all’interno della maschera (espirando attraverso il naso) con quello esterno, o nel caso della muta immettendo aria tramite frusta 

L’aumento della pressione idrostatica forza i tessuti che circondano gli occhi a gonfiarsi nello spazio non compensato per riempire il volume ridotto, nel caso della stagna è possibile che venga pizzicata dolorosamente la pelle

EFFETTI DEL COLPO DI VENTOSA

Possibile danneggiamento dei capillari, provocando contusioni alla pelle intorno agli occhi ed alle guance, rompendo, qualche volta, anche i capillari superficiali degli occhi, edema periorbitale o un gonfiore intorno all’occhio, ne risulterà un ristagno di sangue sottocongiuntivale stesso dicasi per le parti di pelle schiacciate dalla stagna

PREVENZIONE DEL COLPO DI VENTOSA

Compensare la maschera (più la maschera ha un gran volume interno, più aria sarà necessario insufflare), nel caso di utilizzo di muta stagna compensare con la frusta il volume interno

CURE DEL COLPO DI VENTOSA

I casi più lievi non richiedono particolari cure, trattandosi di lividi,  gli effetto del colpo di ventosa saranno gradualmente riassorbiti dall’organismo. 

BAROTRAUMA GASTROINTESTINALE

Può colpire un subacqueo durante la fase di risalita di una immersione con autorespiratori, la causa è un abbondante sviluppo di gas della fase digestiva nell’intestino, con conseguente espansione in fase di risalita.

EFFETTI DEL BAROTRAUMA GASTROINTESTINALE

Crampi, dolore, eruttazioni e flatulenza; questi sintomi sono autolimitanti. La rottura gastrointestinale si verifica raramente, manifestandosi con dolore addominale grave,

PREVENZIONE DEL BAROTRAUMA GASTROINTESTINALE

Ridiscendere di qualche metro e risalire lentamente flettendo le gambe sull’addome e/o capovolgersi.  Seguire una dieta adeguata prime delle immersioni

CURE DEL BAROTRAUMA GASTROINTESTINALE

I casi più lievi non richiedono particolari cure, i casi gravi con lesioni gastrointestinali richiedono un trattamento rianimatorio con liquidi, terapia antibiotica a largo spettro e trattamento chirurgico

BAROTRAUMA DENTALE

La pressione nelle sacche d’aria alle radici dei denti o accanto alle otturazioni può provocare dolore o danno ai denti.

EFFETTI DEL BAROTRAUMA DENTALE

Nel caso di aria intrappolata nelle otturazioni dei denti, questa può espandersi portando alla rottura del dente malato o al distacco dell’otturazione difettosa, dolori acuti e violenti: barodontalgia: mal di denti dato da variazioni nella pressione ambiente.

PREVENZIONE DEL BAROTRAUMA DENTALE

La FDI, la federazione mondiale dei dentisti, consiglia ai subacquei di fare con regolarità controlli dentali allo scopo di accertare eventuali problemi alle otturazioni.

CURE DEL BAROTRAUMA DENTALE

Cure farmacologiche e chirurgiche a seconda della gravità dei casi riscontrati

INCIDENTI DOVUTI ALL’IMPATTO FISIOPATOLOGICO DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO

L’ANNEGAMENTO

IL PRE-ANNEGAMENTO

Definito come la morte avvenuta per immersione in un liquido e risultante dall’asfissia dovuta a ostruzione delle vie aeree e/o aspirazione di liquidi 

Definito come episodio di immersione in un liquido da cui risulta una sopravvivenza della vittima oppure un quadro clinico che conduce alla morte del soggetto in un secondo momento

I fattori che determinano la sopravvivenza in casi di annegamento sono: l’età della vittima, al tipo e alla pulizia del liquido e dalla temperatura del liquido. Consideriamo come modello dei nostri tessuti un recipiente diviso a metà da una membrana semimpermeabile.  Questa membrana, come le nostre cellule, lasciano passare l’acqua ma non i Sali e siccome il sistema tende sempre all’equilibrio saranno possibili soluzioni:

ANNEGAMENTO IN ACQUA SALATA

ANNEGAMENTO IN ACQUA DOLCE

L’acqua passerà dal nostro sangue ai polmoni per diminuire la concentrazione, avvizzendo i globuli rossi. Tale pre-annegamento dà la possibilità di recuperare i globuli rossi con una semplice flebo di soluzione fisiologica.

È per questo che, in linea generale, il pre-annegamento in acqua salata è meno pericoloso che in acqua dolce

L’acqua passerà dai polmoni al sangue e i globuli rossi assorbono il liquido, poiché al nostro interno abbiamo una concentrazione di sali.  Le nostre cellule assorbono liquido fino ad esplodere e quindi non sono più recuperabili

SINCOPE

Tipico incidente dell’immersione in apnea e consiste in una perdita di conoscenza con arresto respiratorio e, successivamente o contemporaneamente, cardiaco, causata dalla mancanza di ossigenazione cerebrale (ipossia).

TIPOLOGIE DI SINCOPE

SINCOPE PRIMARIA O DA APNEA PROLUNGATA

Si verifica quando la concentrazione dell’ossigeno nel sangue scende al di sotto del 10%; a questo punto si verifica un arresto del funzionamento delle cellule nervose che restano in uno stato di blocco metabolico per un certo tempo, dopo di che se non viene ristabilita una sufficiente ossigenazione celebrale si va incontro a danni irreversibili. In tale sincope non ci sono segni premonitori, In caso di Sincope da Apnea Prolungata a seconda dei casi possiamo avere: 

SECCA O PURA

UMIDA O COMPLICATA

Se NON c’è stata iperventilazione. Le contrazioni diaframmatiche (ipercapnia)  sono avvenute prima della caduta di concentrazione dell’ossigeno. Per la maggior parte dei casi non vi è allagamento dei polmoni e quindi un’ampia possibilità di recupero.

 

Se si è iperventilato, le contrazioni diaframmatiche avverranno dopo la caduta di concentrazione dell’ossigeno. Poiché queste contrazioni sono involontarie, saranno delle vere e proprie boccate d’acqua e vi saranno scarse possibilità di recupero.

SECONDARIA O DA IDROCUZIONE

Tipica nei nuotatori, poiché insorge di solito dopo un tuffo e può essere favorita dalla differenza di temperatura fra il corpo e l’acqua, da un pasto recente ed abbondante o dalla stanchezza. 

Si pensa possa essere provocata da un riflesso del nervo vago, che rallenta la frequenza cardiaca, tale riflesso. Può insorgere anche per una manovra di Valsalva troppo esuberante. 

MANIFESTAZIONI DELLA SINCOPE

ARRESTO RESPIRATORIO MA NON CARDIACO

ARRESTO RESPIRATORIO E CARDIACO

PUPILLE DILATATE CHE NON REAGISCONO ALLA LUCE

Il sangue si carica di CO2 e diventa carico di anidride carbonica come quello venoso, che dona un colorito cianotico (scuro e bluastro) al soggetto sincopato.

Si denota da un colorito biancastro del soggetto sincopato. 

Sintomo di grave sofferenza cerebrale.

PREVENZIONE DELLA SINCOPE

Non iperventilare, non forzare le apnee, non forzare la manovra di Valsalva, evitare bruschi ingressi in acqua specie se esiste una grossa differenza di temperatura

INCIDENTI DOVUTI ALLA TEMPERATURA

La temperatura corporea umana è la temperatura corporea centrale normale degli esseri umani ed è comunemente considerata di 36.5 °C, tuttavia questo è un valore approssimato. In proposito sono stati compiuti molti studi e, a seconda delle fonti, sono stati indicati vari possibili temperature “normali”. Gli studi più recenti indicano generalmente una temperatura limite da intendere come “normale” di 37 °C, con una certa variabilità individuale (di circa ±0,4 °C).

VALORI LIMITE TEMPERATURA CORPOREA

Oltre alla variabilità individuale bisogna anche tenere conto che la temperatura corporea fluttua normalmente durante il giorno, con il livello più basso il mattino alle 4 e col più alto la sera alle 18.

Inoltre possono intervenire altri fattori come la digestione, l’età, l’attività fisica e forma fisica, il sesso ecc.

La temperatura corporea è uno dei parametri vitali per la valutazione dello stato di salute ovvero è uno di quei valori che nell’individuo rappresentano la funzionalità dell’organismo.

Quindi In condizioni normali la temperatura corporea deve mantenersi tra 36,6 °C e 37 °C. 

Possiamo dividere e i rischi derivanti dalle variazioni di temperatura derivanti dalla pratiche delle attività subacquee in due casi specifici, ovvero:

IPOTERMIA

IPERTERMIA

La perdita di calore corporeo può essere dovuta, durante un’immersione, a causa dell’alta dispersione termica dell’acqua (25 volte superiore all’aria)

 

Forte aumento della temperatura corporea, conosciuta anche come colpo di calore. È una condizione del corpo che può verificarsi per causa di particolari condizioni.

È diversa dalla febbre, perché la febbre è una risposta dell’organismo a uno stato di infezione e insorge a prescindere dalla temperatura esterna, l’ipertermia invece insorge senza questo comando, indotta solo dalla temperatura esterna

IPOTERMIA SINTOMI

Brividi, Difficoltà motoria, Pelle secca, fredda, Riduzione di frequenza cardiaca e frequenza respiratoria, Sonnolenza, alterazioni dello stato di coscienza

IPOTERMIA TRATTAMENTI

Se lo stato neurologico è alterato movimentare la vittima con cautela per limitare l’afflusso di sangue freddo dagli arti verso il cuore. Coprire il paziente con indumenti asciutti, coprire il capo con un berretto Chiamare il servizio di emergenza territoriale, Portare la vittima in un rifugio riparato, Fornirle cibo e bevande calde non alcoliche, Tenere la vittima sotto osservazione ed essere pronti a praticare la rianimazione cardiopolmonare

Durante l’ipotermia, il cuore diventa suscettibile di aritmie: un improvviso flusso di sangue freddo proveniente dalla periferia, un riscaldamento corporeo rapido o altri classici stimoli aritmogeni potrebbero facilmente provocare improvvise aritmie cardiache anche fatali.

PREVENZIONE IPOTERMIA

Usare mute adeguate alla temperatura ambiente e alla profondità. Interrompere l’immersione in presenza di brividi, considerando che il nostro corpo continuerà a perdere temperatura anche dopo l’immersione.

IPERTERMIA SINTOMI

Confusione, crampi muscolari e spesso nausea o vomito. A questo stadio iniziale la vittima suda copiosamente, per dissipare il calore corporeo in eccesso.  Svenimento, aggressività, improvvisa interruzione della sudorazione, cecità temporanea

PREVENZIONE IPERTERMIA

Evitare lunghe esposizioni al sole, specie con muta indossata, spogliarsi o bagnarsi, dimensionare e scegliere le protezioni termiche adeguate.

IPERTERMIA TRATTAMENTI

Spostare all’ombra la vittima, meglio ancora se in un luogo fresco e chiuso, lasciarla sdraiata e fare spugnature con acqua fresca, non gelata. Monitorare lo stato di coscienza, se perde i sensi, prestare primo soccorso e chiamare immediatamente il soccorso sanitario nazionale.